Prestiti a dipendenti con contratto a tempo determinato: i migliori di Aprile 2024, finanziarie, guida

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A causa della crisi economica, vengono ora assunti sempre più lavoratori a tempo determinato. Per queste persone ottenere prestiti non è facile, perché l’instabilità del rapporto di lavoro e la durata limitata del contratto sono fattori che banche e finanziarie considerano motivo per escludere la concessione dei prestiti. Tuttavia è difficile ottenere un prestito anche con un contratto a tempo determinato, ma non è impossibile, soprattutto se la richiesta è strutturata ragionevolmente e presenta determinate caratteristiche. Pertanto anche i lavoratori a tempo determinato possono ottenere credito e richiedere prestiti particolari.

Considerata la difficoltà e la raffinatezza della materia, si raccomanda sempre di prestare molta attenzione, soprattutto per evitare di continuare la ricerca sull’argomento senza uno studio approfondito della materia, e soprattutto di prendere decisioni con l’assistenza di professionisti.

Si riesce ad ottenere un prestito con un contratto a tempo determinato?

La domanda è molto apprezzata dai giovani lavoratori, soprattutto dai giovani lavoratori, che spesso devono accettare regole dure e poco sicure, ossia sottostare ai regimi del precariato. Senza un posto di lavoro stabile, anche se negli ultimi anni banche e finanziarie hanno dimostrato di avere maggiori capacità disponibili, è difficile ottenere finanziamenti. Ma rispettando delle determinate condizioni.

Per ottenere un finanziamento con contratto a tempo determinato esistono due modalità, a seconda che la richiesta sia accompagnata da una valida firma del garante. Infatti, se non c’è il contributo del garante, la possibilità di una richiesta di prestito andata a buon fine è molto ridotta, e l’importo massimo ottenibile è un prestito il cui piano di rimborso non supera la durata residua del contratto. Ad esempio, se il lavoro regolare dura ancora 15 mesi, puoi richiedere un prestito fino a 15 mesi. Ovviamente, in un periodo così breve (vi ricordiamo che per legge un contratto di lavoro a tempo determinato non può superare i 24 mesi, comprese eventuali proroghe), l’importo ottenibile è considerevole, circa poche migliaia di euro.

Se un lavoratore a tempo determinato si avvale di un garante o altra garanzia (che può essere parenti stretti, conviventi, amici, o conoscenti che accettano il rischio (tra cui: si tratta infatti di “garantire” al richiedente il rimborso della rata, e promettere di rimborsare il debito quando necessario), le banche e gli istituti finanziari accettano solo persone con buona reputazione come garanti. Con la firma di un valido garante si può sicuramente richiedere un prestito tramite contratto a tempo determinato, e si può ottenere anche una grossa somma di denaro. Tuttavia, alcuni istituti bancari possono adottare un altro possibile approccio, ovvero il credito ipotecario o su pegno. In quest’ultimo caso non si starebbero apporre delle prove di reddito o patrimonio, quanto piuttosto dei beni, mobili o immobili, a garanzia del debito, mediante il quale il creditore potrà soddisfarsi in caso di inadempimento, ottenendo dal giudice il titolo esecutivo e la successiva asta giudiziaria, da cui estrarrà il ricavato con cui soddisfarsi.

Nei paragrafi a seguire andremo ad analizzare più nello specifico queste forme di garanzia alternative, che sono molto utili a chi non ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato oppure più semplicemente non ha una busta paga regolare in quanto svolge un lavoro autonomo e dunque da libero professionista.

Il fideiussore: il garante personale

Questa forma di garanzia personale che viene apposta da un terzo è uno strumento molto importante nei prestiti, questo infatti consiste nel fatto che un terzo soggetto (persona fisica o giuridica) si ponga a garanzia del debito. Questo significa che il fideiussore laddove si trovasse nella situazione in cui il debitore principale è inadempiente, sarà tenuto lui alla restituzione del debito. Questo ovviamente comporta per il fideiussore la possibilità poi di rivalersi sul debitore per poter riottenere quanto ha perso, però nel frattempo la banca ha soddisfatto il suo credito, si è risparmiata tutta la procedura esecutiva e di pignoramento, cedendo il fardello sostanzialmente al fideiussore.
Questo quadro ovviamente porta da un lato la banca a cedere più agevolmente e facilmente il prestito di denaro, dall’altro, sempre l’istituto bancario o l’ente finanziatore, a cedere un prestito con tassi d’interesse minori, in quanto diminuisce radicalmente il rischio che andrebbe a incorrere.

Il fideiussore come vediamo da questa dinamica ricorre ad un grande rischio e ad una grande responsabilità, infatti bisogna trovare una persona che sia realmente disposta a voler garantire in modo reale la persona e sostenerla nel suo progetto e nelle sue spese. Infatti in precedenza affermavamo che è molto più probabile che questa figura venga ricoperta da un familiare o comunque una persona a voi cara.

La fideiussione bancaria

Nell’eventualità in cui però risulti difficile trovare una persona che sia disposta a voler cedersi e concedersi in tal senso, con il proprio reddito e il proprio patrimonio, vi è da sottolineare che ricorre anche un’altra sfumatura della fideiussione che è la cosiddetta fideiussione bancaria. Questa consiste sostanzialmente in una banca esterna dal rapporto di prestito tra debitore e creditore, in cui si pone a garanzia del debito. Tuttavia vi è da precisare che questa fideiussione venga concessa, generalmente ne riescono ad accedere chi ha la possibilità comunque di porre in deposito cauzionale, nelle casseforti dell’istituto bancario fideiussore, una modica cifra di denaro. In modo tale che comunque quest’ultima, riesca a soddisfarsi preventivamente, prima di procedere alle procedure esecutive.

La cofideiussione

Un ulteriore sfumatura della fideiussione è la cosiddetta cofideiussione, cioè la fideiussione posta in essere da più soggetti terzi, quindi avremo più persone (fisiche e o giuridiche) che si porranno a garanzia del debito. Questo comporta che quest’ultime saranno garanti solidalmente al debito oppure ognuno sarà garante della parte indicata espressamente. Ovviamente quest’ultimo sunto dipenderà dal contenuto del contratto sottoscritto dalle parti.

Alla cofideiussione di certo noi sappiamo che aumenta la garanzia del debito in quanto il rischio viene ulteriormente distribuito tra più persone e a ciò vi consegue un ulteriore certezza di ottenere il prestito, oltre che la possibilità di abbassare ancora di più i tassi d’interesse, facendo diventare i costi del debito realmente accessibili.

Le garanzie reali: il pegno e l’ipoteca

Queste forme di garanzia escono dal confine delle garanzie personali, cioè il fideiussore o garante o anche lo stesso caso in cui noi diamo prova del proprio patrimonio o del proprio reddito, in realtà ci stiamo ponendo personalmente a garanzia del debito, in virtù anche della responsabilità patrimoniale sancita dall’articolo 2740 del Codice Civile, il quale recita:

“Il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri.”

Nelle garanzie reali il discorso cambia, il debitore continuerà ad essere responsabile con i propri beni, ma pone a garanzia del debito dei beni specifici, su cui il creditore ottiene una sorta di privilegio (detta anche prelazione), rispetto a tutti gli altri creditori. Infatti se più creditori godono di garanzie personali e il debitore vi risulta inadempiente, i creditori vi andranno a soddisfarsi in modo proporzionale, nei limiti del patrimonio del soggetto debitore. In questo caso non si ha una ripartizione proporzionale, quanto piuttosto una distribuzione privilegiata al creditore che gode del pegno e dell’ipoteca, cioè prima si soddisfa il creditore di quest’ultimo, poi su ciò che vi rimane, cioè sui residui, vi intervengono gli altri creditori che rimangono.

Tutto questa premessa ovviamente è utile a comprendere quanto sia vantaggiosa l’ipoteca o il pegno alla banca o all’istituto finanziario, in quanto gode di una certezza maggiore di poter accedere ad un soddisfacimento del credito. A questo vi consegue una maggiore probabilità di ottenere un prestito e la possibilità di acquisire un prestito più conveniente in termini di costo del debito.

L’ipoteca

L’ipoteca è la forma di garanzia più diffusa e questo perché viene anche usata soprattutto nei mutui di acquisto delle case, dato che a garanzia del mutuo non vi è solo il debitore personalmente, ma anche la stessa casa che si sta andando ad acquistare.
L’ipoteca dunque consiste nell’apporre a garanzia del debito un bene immobile, il quale può essere una casa, un garage per auto, un locale commerciale oppure un fondo rustico.

Questa garanzia reale è sicuramente anche quella più sicura da un punto di vista di pubblicità, essendo questa trascritta nei registri immobiliari, quindi difficilmente potrà essere contestata.

Il pegno

Il pegno possiamo dire che funziona in modo analogo all’ipoteca, tuttavia riguarda i beni mobili, dunque le cose più strettamente fungibili, quali ad esempio gioielli o cose preziose. Quest’ultime non sottostando ad un regime pubblicistico come per i beni immobili, verranno direttamente consegnati al creditore, così che quest’ultimo avrà la garanzia di potervi soddisfare prima degli altri creditori (in caso di inadempimento), oltre che evita che queste cose vengano alterate o distrutte dal debitore.

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