Prestiti a dipendenti di ditte individuali: guida, offerte, tipologie, migliori di Marzo 2024

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La guida al prestito per i dipendenti di ditta individuale

Hai bisogno di maggiori informazioni sull’assegnazione della cessione di un quinto ai dipendenti di ditte individuali? Possiamo dirvi da subito che i prestiti per i dipendenti di piccole imprese non sono facili da ottenere. Infatti, a causa della crisi economica, è improbabile che banche e istituzioni finanziarie concedano prestiti alle piccole imprese. Si è, infatti, portati a tendere a concedere prestiti a dipendenti o dipendenti pubblici di grandi SPA. Il quadro generale prevede anche l’assegnazione di una quinta posizione alle aziende con meno di 15 dipendenti. Anche se il quinto lotto di prestiti venduti oggi è uno dei prestiti più famosi, non c’è davvero la certezza assoluta che i prestiti possano essere emessi. Tuttavia, oltre ad eventuali generalizzazioni, è da segnalare che ci sono ancora alcune istituzioni finanziarie che stanno valutando la possibilità di erogare prestiti a dipendenti di piccole imprese.

Cerchiamo quindi di comprendere le problematiche, i vantaggi e le possibili soluzioni che i dipendenti di piccole imprese possono ricorrere ai prestiti dopo l’assegnazione del quinto incarico.

Cosa c’è di vantaggioso nella cessione di un quinto

Cominciamo con una comprensione dettagliata dei vantaggi di questo prestito. Come abbiamo già accennato, il trattamento tra dipendenti di piccole aziende e dipendenti di grandi aziende non è sempre lo stesso. Ciò non toglie però che in entrambi i casi il prestito rappresenti comunque una valida soluzione con evidenti vantaggi. Il quinto stanziamento è per prestiti con le seguenti caratteristiche:

  • Si tratta di un prestito garantito che viene pagato a rate e un tasso di interesse fisso per tutto il periodo di utilizzo.
  • Questo è un semplice prestito.
  • In effetti, i documenti da presentare sono facili da trovare.
  • Facile da gestire. Le rate mensili vengono detratte direttamente dallo stipendio.
  • La firma del contraente è sufficiente. Ciò significa che non c’è bisogno di un garante o di garanzie aggiuntive per le richieste di prestito.
  • Trattandosi di prestito incompiuto, non è necessario spiegare il motivo finale della richiesta.

Sappiamo che il periodo di rimborso va da un minimo di 24 mesi a un massimo di 120 mesi. Il tasso di interesse di questo tipo di prestito è fisso, e sicuramente ha un vantaggio rispetto ad altri prestiti che gli somigliano. Secondo la legge, gli assicurati devono acquistare un’assicurazione per prevenire la morte prematura e la possibile perdita del lavoro. Tuttavia è importante sottolineare che se il contraente muore prima di aver completato il rimborso della rata, il familiare non sarà tenuto a rimborsare il prestito. In questo caso, infatti, è intervenuta la compagnia di assicurazioni che ha firmato la polizza.

Un occhio al quadro normativo

La “Legge Finanziaria” 2005 gestisce molto bene la normativa riguardante la distribuzione del quinto tipo di beni. La legge non solo estende l’obbligo di destinare il quinto attivo ai dipendenti delle piccole imprese, ma si estende anche ai dipendenti delle aziende private e ai pensionati dell’Inps. La normativa regola il funzionamento e le caratteristiche di questo prestito Come tutti sappiamo abbiamo trovato una base nel rimborso trattenendo il quinto assegno o nella distribuzione della pensione. Quali sono le disposizioni di legge nel 2005? I prestiti salariali sono diritti dei lavoratori e i datori di lavoro non possono esentarli dai diritti concessi. È importante sottolineare che per quanto riguarda i lavoratori, il debitore non ha la facoltà di decidere se pagare l’importo del rimborso concordato. Il motivo è semplice, la cessione di un quinto assegnata ai lavoratori è che il datore di lavoro ha la responsabilità di pagare la rata, e trattenere la rata dallo stipendio all’ente emittente del prestito. In effetti, questa è la garanzia più importante degli istituti bancari.

Chi rientra nelle piccole aziende?

In Italia, le aziende con meno di 16 dipendenti vanno fatte rientrare nella fattispecie delle “piccole imprese”.

Come funziona la distribuzione dei salari per i dipendenti di piccole aziende con meno di 15 dipendenti? Le persone che possono lavorare nelle seguenti tipologie di società e vogliono richiedere uno di questi prestiti, l’azienda in questione deve avere più di 4 dipendenti (il che significa almeno 5 dipendenti) e deve firmare un contratto di lavoro regolare e a tempo indeterminato.

Nota bene: quando si parla di “almeno 5 lavoratori”, non sono inclusi nel calcolo: i proprietari e partner dell’azienda. gli impiegati temporanei e a contratto a tempo determinato, così come quelli assunti con contratto a progetto.

Quali requisiti deve soddisfare un dipendente di una ditta individuale?

Quali requisiti devono soddisfare i dipendenti delle piccole imprese? Sono elencati di seguito:

  • Qualsiasi situazione di cittadinanza italiana o residenza permanente in Italia.
  • Possedere un accantonamento di TFR di almeno 5.000 euro.
  • Avere diversi anni di qualifiche (alcuni istituti finanziari richiedono almeno 6 anni di qualifiche).
  • Lavorare in un’azienda con almeno 5 dipendenti e un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

In questi casi sarà più facile ottenere un prestito con cessione di un quinto. Come abbiamo visto, l’assegnazione del quinto dello stipendio ai dipendenti di piccole imprese con meno di 15 dipendenti è strettamente correlato al TFR accumulato negli anni di lavoro. Questi sono i possibili scenari:

  1. Nelle aziende con meno di 15 dipendenti ma maggiore o uguale a 5 e TFR di almeno 5.000 euro è possibile ottenere cessione di un quinto sullo stipendio.
  2. Nel caso in cui l’azienda ha assunto 4 dipendenti oppure si ha maturato un TFR minore secondo i requisiti, si potrà ottenere una forma di prestito che è simile alla forma della cessione, il quale si conosce con il nome di prestito cambializzato.

Come calcolare la rata e quale documentazione presentare

Come si devono calcolare le rate della cessione di un quinto? In linea generale va considerato che l’importo massimo della rata non può andare oltre la cifra del 20% dello stipendio netto. Questi dati sono chiaramente visibili nel certificato di stipendio consegnato dalla società all’ente emittente del prestito.

La rata massima è calcolata in base al TFR riservato, quindi è sempre determinato da quest’ultimo, si può quindi determinare l’esatto ammontare che può essere prestato.

Quale documentazione si deve presentare per richiedere un prestito?

  • L’ultimo stipendio.
  • Carta d’identità valida.
  • Codice fiscale della tessera sanitaria.
  • CUD dell’anno passato

Cosa tenere in considerazione in questi casi di cessione di un quinto

Cerchiamo ora di capire nel dettaglio qual è la condizione fondamentale per l’assegnazione della cessione di un quinto, dipendente in un’azienda con meno di 15 dipendenti. Innanzitutto, la prima domanda di cui vogliamo parlare è strettamente correlata alle dimensioni dell’azienda. Perché questo rappresenta una restrizione è facile da spiegare. Ciò si riduce al fatto che le piccole imprese di solito non sono in grado di fornire adeguate garanzie sui prestiti a banche o istituzioni finanziarie. Il quinto punto chiave a cui prestare attenzione nell’assegnazione di prestiti alle piccole imprese ai dipendenti è la qualificazione delle attività lavorative. Più giovane è l’azienda, più difficile è per i dipendenti ottenere prestiti. Ciò accade soprattutto quando il dipendente è stato assunto di recente o l’importo del prestito è elevato. Tuttavia, un’altra questione non correlata alla società ha a che fare con i dipendenti che erano stati precedentemente segnalati come debitori o protestati.

Infatti, in questo caso particolare, la possibilità di ottenere un prestito si riduce ulteriormente. Infine, si segnala che se la società coinvolta è una ditta individuale, piuttosto che una società composta da due soci, non c’è cambiamento. Come abbiamo visto, la differenza è il numero di dipendenti.

Forme di garanzia da apportare al prestito

Nell’eventualità in cui non si riesca a voler accedere ad un prestito di questo tipo, generalmente si può ovviare al problema, accedendo ad una serie di istituti e forme di garanzia che il nostro ordinamento mette a disposizione dei privati nelle obbligazioni e nelle forme di prestito più generali.

In primo luogo vi sono le garanzie reali che investono quegli istituti più generalmente conosciuti come pegno o ipoteca; oppure le forme di garanzia personale, come avviene con il fideiussore o il più comune garante.

Le garanzie reali

Questa appunto comprende il pegno e l’ipoteca, possiamo dire che sono due istituti che investono la garanzia del prestito tramite un bene detenuto dal debito, il quale può essere mobile (caso del pegno) o immobile (cado dell’ipoteca).

Questi costituiranno una garanzia per la banca, dato che in caso di inadempimento potranno soddisfarsi mediante la vendita all’asta di essi.

Garanzia personale

Una garanzia personale si esplica diversamente, nella cosiddetta fideiussione, conosciuta anche comunemente con il nome di “garante”. Questo generalmente è un terzo che si pone con il proprio patrimonio e reddito (per questo personale) a garanzia del debito. Nell’eventualità di inadempienza, il creditore potrà rivalersi su di egli.

Quest’ultimo infatti viene sempre individuato in una persona molto vicina alle nostre esigenze.

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