Prestiti inpdap dipendenti pubblici prima casa: i migliori di Dicembre 2024, finanziarie, guida

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La guida completa per i dipendenti pubblici che vogliono richiedere un prestito Inpdap per l’acquisto della prima casa

Se sei un giovane dipendente pubblico che necessita di denaro per acquistare il tuo primo immobile, sicuramente ti trovi nel posto giusto per poter acquisire più informazioni possibili relative al tema.

Per l’acquisto della prima casa non è previsto solo un prestito tra i prestiti offerti dall’ormai ex Inpdap, attualmente confluita nell’INPS. Le soluzioni previste per dipendenti pubblici e pensionati si esplicano in due prodotti specifici. Cosa sono, quali funzioni forniscono e come ottenerle? Di seguito ne parleremo in modo tale da sciogliere ogni tuo dubbio.

Non ti resta che prestare attenzione e soprattutto prendere appunti per evitare di non acquisire info utili al riguardo, questa pratica aumenta la soglia dell’attenzione, imponendosi con una chiave di lettura attiva, piuttosto che passiva. Essendo l’argomento delicato e difficile, potrà sicuramente risultare utile.

Il prestito INPS (ex Inpdap) per l’acquisto dell’abitazione principale.

Come detto in precedenza, il prestito Inpdap finalizzato all’acquisto della prima casa corrisponde a due prodotti finanziari: mutuo pluriennale diretto e mutuo acquisto prima casa INPS. Il primo è la cessione di un quinto, il che è un finanziamento erogato nell’ambito di un piano di rimborso quinquennale o decennale (la rata non può superare la soglia di 1/5 dello stipendio). I finanziamenti pluriennali a gestione pubblica diretta sono rivolti a dipendenti pubblici e pensionati che partecipano alla gestione unificata del credito e dei servizi sociali.

La domanda quando la si presenta, deve essere motivata e correlata alla finalità specificata nel regolamento INPS, che di fatto stipula tutti i casi in cui viene ammesso un finanziamento.
Uno degli scopi elencati è quello di “acquistare la casa in cui si intende risiedere” e l’importo massimo negoziabile è di 150.000 euro. Un finanziamento pluriennale diretto, quindi, può essere considerato come un finanziamento Inpdap per l’acquisto della prima casa.

Il prestito pluriennale Inps ex Inpdap: cosa bisogna possedere

I candidati devono soddisfare una serie di requisiti. Deve avere un periodo di servizio di quattro anni e pagare lo stesso importo di quote al dipartimento di gestione unificata.

Per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, il processo di richiesta è più semplice. Anche i dipendenti regolari (con un periodo contrattuale di almeno tre anni) possono ottenere prestiti. Nell’intero piano di remunerazione deve essere valido il contratto di lavoro, e i dipendenti devono provvedere periodicamente a indennità di fine rapporto a garanzia della compensazione.

I prestiti pluriennali diretti: quali sono gli ultimi tassi d’interesse

Il tasso di interesse nominale annuo è del 3,50%. Al fine di valutare l’effettiva convenienza dei finanziamenti, va considerato anche lo 0,50% delle spese amministrative e dei fondi rischi. Le richieste di accesso al credito devono essere inoltrate tramite il servizio di applicazione Web del Prestito Pluriennale  sul sito ufficiale dell’INPS. Se il richiedente è un lavoratore dipendente, la domanda deve essere presentata all’INPS con la collaborazione delle autorità competenti. I pensionati invece godono di un’area riservata del sito INPS. Per completare la procedura di richiesta è necessario utilizzare un PIN (numero di identificazione personale fornito ai pensionati dall’ente previdenziale).

Il mutuo dell’Inps e l’acquisto della prima casa

Il secondo prodotto classificabile come “Finanziamenti Inpdap per acquisto prima casa” è rappresentato dai mutui INPS.

Cos’è? E ‘un finanziamento predisposto per i lavoratori e i pensionati che partecipano alla gestione autonoma e unificata del credito e dei servizi sociali. Sono indispensabili un contratto a tempo indeterminato e almeno un anno di titoli di studio registrati.

I mutui INPS hanno importi diversi a seconda della finalità dell’assegno. In caso di acquisto o costruzione della prima casa l’importo massimo è di 300.000 euro. La casa non deve essere lussuosa. Questo costo è stato ridotto a 150.000 euro per i lavori di manutenzione o che ristrutturano l’immobile, così come lo ampliano o altri interventi come l’adattamento e il retrofitting.
Tuttavia, in questo caso, l’importo massimo non può superare il 40% del valore della casa (che deve essere sempre la prima).

Il prestito permette inoltre di ottenere 75.000 euro per acquistare o realizzare un garage. È inoltre possibile acquistare posti auto. In ogni caso l’immobile acquistato dovrà essere relativo all’abitazione principale.

Tasso fisso o variabile?

Per quanto riguarda i tassi di interesse, i candidati possono scegliere le seguenti due soluzioni:

  1. Ai finanziamenti a tasso fisso si applica il tasso di interesse fisso definito con il metodo del “prestito a valore”;
  2. Scegliendo un tasso  variabile, aggiungeremo 200 punti all’Euribor a 3 mesi come punto di riferimento

Prestito dalle banche per l’acquisto della prima casa

Questo anche può essere richiesto dai dipendenti pubblici, il che permette di accedere a dei prestiti molto vantaggiosi ma solo laddove l’importo da dover richiedere è più basso. Infatti non vi è bisogno di stipulare una garanzia reale sulla stessa casa, cioè un’ipoteca, ma diminuendo la garanzia e la certezza per la banca, si alzano i tassi d’interesse, risultando quindi più oneroso per quanto riguarda il costo del debito, rispetto al mutuo ipotecario.

Generalmente l’importo previsto dalla banca per questi tipi di mutui sulla prima casa non supera i 50.000 euro, per numeri superiori si deve ricorrere ad un mutuo. Questo prestito è solitamente rivolto a chi è alla ricerca di un appartamento economico, oppure a chi ha accantonato una buona riserva per l’acquisto dell’immobile. I mutui ipotecari non sono registrati come garanzia sulla casa, generalmente il tempo di pagamento è più veloce del tempo di pagamento del mutuo. Supponiamo che un uomo di 60 anni richieda un prestito di 30.000 euro per acquistare un immobile e la durata del prestito sia di 60 mesi. Supponiamo che il richiedente sia un dipendente con contratto a tempo indeterminato e risieda a Milano.
In questo caso, il tag e il tan si aggirano intorno dal 6% fino all’8%.

Il fideiussore come alternativa alla garanzia reale: per abbassare i tassi d’interesse

Il fideiussore è una garanzia personale che consiste nel gergo comune nel cosiddetto garante. Quest’ultimo permette di accedere ad un prestito più vantaggioso perché vi è un terzo che si pone a garanzia del debito con tutto il suo patrimonio e reddito, determinando una minore incertezza per il creditore, cioè la banca, nella restituzione del prestito.

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