Prestiti dipendenti privati inps: i migliori di Marzo 2024, finanziarie, guida

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LINPS, acronimo di Istituto nazionale della previdenza sociale, rappresenta il principale ente previdenziale del sistema pensionistico pubblico italiano. Ad esso devono essere obbligatoriamente iscritti tutti i lavoratori dipendenti, siano essi pubblici o privati, e la maggior parte di quelli autonomi, ovvero quelli che non hanno una propria cassa previdenziale autonoma.

La sua nascita risale al 1898, tre anni dopo che l’allora Presidente del Consiglio Francesco Crispi aveva inaugurato il primo sistema di garanzie pensionistiche, il cui raggio di azione si era limitato ai soli impiegati del pubblico e ai militari.

Fu il primo governo Pelloux ad incaricarsi di estendere le coperture a una serie di categorie lavorative e a fondare l’istituto. Mentre risale al 1919, con in carica il governo presieduto da Vittorio Emanuele Orlando, l’imposizione del sistema creato a tutte le aziende. Il quale divenne obbligatorio per legge quattro anni dopo.

Quello che però spesso si ignora, è che l’INPS svolge anche una funzione creditizia, nel nostro Paese. Tanto che i suoi prestiti sono stati a lungo considerati un prodotto di grande rilievo. E lo sono tuttora, anche se in effetti la realtà è notevolmente cambiata nel corso degli ultimi anni. Andiamo quindi a vedere nel dettaglio la proposta creditizia dell’ente.

Cosa sono i prestiti INPS

I prestiti INPS sono piccoli prestiti con tassi di interesse agevolati concessi dall’Istituto a favore di pensionati e lavoratori i quali risultino regolarmente iscritti a una delle gestioni dell’ente. Se solitamente sono erogati dallo stesso istituto previdenziale, anche gli istituti bancari che abbiano sottoscritto una convenzione con l’INPS possono concederli ai richiedenti, sino ad esaurimento della disponibilità annuale.

Il paniere di prodotti creditizi dell’ente, comprende in particolare, queste soluzioni:

  • Piccolo prestito Gestione Fondo Credito Poste Italiane
  • Piccolo prestito Gestione Assistenza Magistrale
  • Piccolo prestito Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali
  • Prestiti in forma di anticipazione Vecchio e Nuovo Fondo Mutualità
  • Prestito pluriennale diretto Gestione Fondo Credito Poste Italiane
  • Prestito pluriennale diretto Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali
  • Prestito pluriennale garantito Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali
  • Cessione del quinto della pensione

Convengono realmente i prestiti INPS?

Naturalmente, quando si parla di prestiti, ciò che interessa realmente gli interessati è la loro effettiva convenienza. Che, nel caso dell’istituto, sembra ormai acclarata da tempo. Basta in effetti confrontare i tassi di interesse previsti con quelli tipici del sistema bancario per notare la differenza abbastanza vistosa.

Un vantaggio il quale va a sommarsi a quello relativo al discorso delle garanzie. Nel caso dei prestiti INPS, infatti, quelle richieste sono poche o addirittura inesistenti. A tutelare l’ente, infatti, è il fatto che la formula adottata per il ripiano del debito è la cessione del quinto. Ciò vuol dire in pratica che le rate mensili sono ritirate direttamente alla fonte, ovvero sulla busta paga.

I prestiti INPS per i dipendenti privati

Oltre ai lavoratori del pubblico impiego, i prestiti INPS sono rivolti anche a quelli del settore privato. Una possibilità concretizzatasi nel 2005 e che è effettivamente molto popolare in questo comparto. Soprattutto per il fatto che non si tratta di prestiti finalizzati, ovvero non è necessario indicarne la destinazione.

Va però precisato che questo genere di prestito è destinato solo ad una particolare categoria di lavoratori privati, ovvero quelli facenti capo a Poste Italiane. Azienda un tempo statale e poi privatizzata, con il conseguente mutamento di status dei dipendenti. Proprio per non svantaggiarli sul piano creditizio, si è comunque deciso di permettere loro di continuare ad accedere al credito INPS.

I prestiti INPS per i dipendenti privati si possono suddividere in due tipologie:

  1. Il piccolo prestito Inps per i dipendenti privati di Poste Italiane e delle società ad esse collegate. Il quale viene concesso sotto forma di cessione del quinto dello stipendio e il cui importo erogabile va da una a otto mensilità dello stipendio, con piani di rientro i quali possono prevedere da uno a quattro anni. Questa soluzione prevede un Taeg fisso del 5% e per poterla richiedere, occorre aver maturato non meno di due anni di servizio presso Poste Italiane o presso una delle tante società che fanno parte del gruppo. La domanda deve essere presentata presso il sito dell’Inps, il cui accesso è reso possibile da un codice PIN. Una volta che sia stata inoltrata la richiesta, l’iter procedurale prevede l’invio per il conferimento dell’incarico all’istituto per l’erogazione del prestito, tramite fax, allo 06 95066463, o utilizzando la PEC (Posta Elettronica Certificata), all’indirizzo dcsnaic.attivitacreditizie [chiocciola] inps.it, dell’ultima busta paga disponibile, di una copia di un documento di identità in fase di validità e del modulo GP02_Cred3, corredati di data e firma. E’ anche possibile inviare la domanda tramite il modulo GP01_Cred3, dalla sezione modulistica del sito dell’INPS, allegando comunque la busta paga e una copia del documento d’identità. Nella documentazione che sarà utilizzate nella fase di istruttoria del prestito, occorre anche includere il certificato relativo allo stipendio. Il quale viene rilasciato su precisa richiesta del dipendente interessato, da Poste Italiane o dalle società del gruppo in cui questi presta il suo operato;
  2. Il prestito pluriennale Inps per dipendenti privati di Poste Italiane e delle società collegate al gruppo, il quale prevede una durata quinquennale o decennale. Il rimborso avviene anche in questo caso con una trattenuta mensile in busta paga, corrispondente a un quinto dello stipendio. Mentre il Taeg applicato ammonta al 3,50%. Per la richiesta, occorre aver maturato almeno un quadriennio di servizio presso Poste Italiane o all’interno delle società del gruppo. La domanda si può inoltrare, online, sul sito dell’INPS, compilando l’apposita modulistica GP01_Cred3 e allegando una copia dell’ultima busta paga, una copia del documento di identità in fase di validità, l’autocertificazione dello stato di famiglia, un certificato di buona salute redatto dal medico di base e la documentazione prevista dal regolamento CRED3 per la motivazione della richiesta. Occorre inoltre provvedere all’invio del certificato relativo allo stipendio percepito. Il quale può essere richiesto al proprio ufficio postale, che provvederà ad inoltrarlo direttamente all’INPS. Occorre anche ricordare che il prestito quinquennale può essere rinnovato dopo due anni, mentre per quello decennale occorrono quattro anni. Questo finanziamento può anche essere oggetto di estinzione anticipata. Nel caso, infine, in cui l’interessato dovesse entrare in pensione prima che sia scoccata la scadenza del prestito, le rate rimanenti verranno rimborsate operando la relativa trattenuta sulla pensione. Ove la cessazione del rapporto di lavoro, abbia luogo senza che sia nel frattempo stata maturata la pensione, le rate rimanenti verranno recuperate sul Trattamento di Fine Rapporto (TFR).

Il prestito Inps come anticipazione di Vecchio e Nuovo Fondo Mutualità

Una ulteriore possibilità è poi fornita dal prestito Inps erogato come anticipazione di un fondo. Una soluzione che è destinato ai dipendenti delle Poste e delle società del gruppo i quali non siano oggetto di provvedimenti disciplinari o in decadenza dal servizio. Dipendenti che devono essere iscritti al Nuovo Fondo Mutualità il quale, a partire dal 2010, ha in pratica provveduto a sostituire i vecchi fondi INPS Riposo e Vita. L’adesione a questi fondi mutualità è facoltativa e la domanda di prestito può essere presentata nello stesso mese in cui il lavoratore privato si iscrive al Fondo.

Quali sono le destinazioni per le quali si può richiedere il prestito INPS per dipendenti privati delle Poste in forma di anticipazione? In particolare, la richiesta può riguardare spese mediche e di riabilitazione, l’acquisto di occhiali da vista e protesi, il ricovero in clinica, la nascita di un figlio e le spese funebri.

E’ possibile richiedere un prestito pari al 75% del capitale sottoscritto con il Fondo, il quale può andare da un minimo di mille ad un massimo pari a 10 mila euro. Il TAEG è attestato al 5%, con piani di rientro i quali possono prevedere una durata di 12, 24, 36 o 48 mesi. Va però ricordato che la concessione di questo prestito dipende dalle disponibilità finanziarie del Fondo.

Conclusioni

L’INPS oltre alla funzione previdenziale, è chiamata ad assolvere per legge i compiti creditizi che un tempo erano prerogativa dell’INPDAP (Istituto nazionale di previdenza e assistenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica), ente soppresso nel 2011 con il decreto Salva Italia.

Quindi, l’ente eroga ora i prestiti ai dipendenti che pure avevano avuto notevole fama in passato. Lavoratori non solo del settore pubblico, ma anche di quello privato, anche se particolari come quelli di Poste Italiane e delle società ad essa collegate.

Prodotti i quali sono comunque riusciti a conservare il loro appeal verso una platea composta da milioni di persone le quali possono godere dei notevoli vantaggi prospettati da queste soluzioni creditizie. I cui tassi di interesse, in particolare, sono più bassi rispetto ai prestiti tradizionali. Una caratteristica la quale ne spiega il notevole appeal che ancora conservano.

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