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I dipendenti possono ritrovarsi in casi in cui è necessario per la loro economia, acquisire dei prestiti di tipo personale, con il fine ultimo di effettuare un acquisto di un immobile, automobile o anche per effettuare acquisti di natura personale.
Questi ha un diversità di strumenti utilizzabili, infatti in Italia avere uno stipendio da dipendente significa godere di una stabilità nella retribuzione e di conseguenza nel proprio reddito, il ché rappresenta un elemento fondamentale per ottenere un finanziamento o prestito da una banca o un istituto finanziario.
Proprio per questo abbiamo ideato questa sorta di guida, è nostra intenzione voler fare informazione e soprattutto rendere consapevoli i vari dipendenti, così da poter ponderare nel modo più giusto possibile la scelta del prestito da dover richiedere.
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Infatti è proprio per questo che vogliamo invitare il lettore a restare attento nelle informazioni che andrà ad accogliere, oltre che nella raccolta di esse, ci si può aiutare con un foglio di carta e una penna con cui poter appuntarsi il tutto. Infatti è testato che avere una posizione attiva nella lettura, segnandosi i passaggi più importanti, aumenta la soglia dell’attenzione. Inoltre quest’ultime potranno aiutarti nell’effettuare le dovute ricerche future e soprattutto eventuali acquisti.
I prestiti dei dipendenti
La guida offrirà una panoramica generale su tre strumenti specifici che bisogna necessariamente conoscere se si è dei lavoratori dipendenti. Infatti la necessità di dover ricorrere ad un prestito accessibile economicamente e al tempo stesso adatto alle proprie esigenze è il desiderio di ognuno che si accinge a dover richiedere un prestito di questo tipo. Infatti terminare una tale decisione non è affatto semplice, altrettanto orientarsi all’interno delle molte fattispecie.
- Dapprima andremo a vedere che cos’è il prestito d’azienda, cioè quel tipo di prestito che viene concesso da un datore di lavoro all’interno della propria azienda, ai propri lavoratori. Un tipo di prestito che gode di molti vantaggi economici e soprattutto fiscali.
- Andremo a vedere anche in che cosa si esplica la Cessione del Quinto, il quale è un prodotto finanziario messo a disposizione dei dipendenti da numerosi enti bancari e finanziari.
- Infine la fideiussione è un tema che non può mancare in quanto esso permette di accedere più facilmente ad un prestito bancario e soprattutto con criteri di accessibilità economica più ampi e accettabili dal lavoratore.
Non resta che mettersi un po’ comodi e pronti a poter acquisire le giuste informazioni che stiamo per esplicare. Tieni pronta la penna sul foglio o in alternativa apri un foglio di word o le note sul telefono. (Tempo di lettura: 6 minuti)
Prestito aziendale per i dipendenti
Pertanto, anche nell’attuale anno, anche i prestiti erogati dai datori di lavoro per i propri dipendenti sono classificati come fringe benefit, ovvero “fringe benefit”. Questi ultimi sono “allegati” ai salari, cioè sono benefici aggiunti ai normali salari in valuta. Oltre a fornire fondi, possono anche essere, ad esempio, buoni pasto, auto aziendali, servizi di istruzione e orientamento, prezzi preferenziali per l’azienda prodotti, ecc. Determinando che anche se i prestiti concessi dai datori di lavoro sono trattati come fringe benefit a tutti gli effetti, abbiamo visto i punti principali di questa tipologia di finanziamento, che solitamente vengono richiesti e stanziati nelle grandi aziende, sebbene possano essere richiesti anche a grandi aziende o a piccoli datori di lavoro.
Questo prestito può essere sempre richiesto al proprio datore di lavoro ma tenendo conto che quest’ultimo lo dovrà accettare. Infatti questo tipo di prestito deve essere motivato nel fine ultimo con cui andrà impiegato.
Aspetti fondamentali da dover tenere in considerazione
Due aspetti fondamentali devono essere tenuti presenti per risolvere il problema di gestione del prestito del datore di lavoro ai dipendenti, ovvero le condizioni di tassazione e detrazione contributiva applicabili e l’applicazione della ritenuta alla fonte mensile. Per quanto riguarda il primo aspetto, si possono considerare le seguenti possibili modalità di gestione, tali modalità di gestione si trovano nelle istruzioni della circolare esplicata dal Ministero delle Finanze n. 326/E/1997 e nella n. 46/E/2010 posta in essere dall’Agenzia delle Entrate. In base a tale disposizione si può stabilire che il datore di lavoro concede direttamente finanziamenti agevolati, in modo che i lavoratori possano utilizzare i prestiti nel rispetto degli accordi e / o pratiche stipulati tra lo stesso datore di lavoro e l’istituto di credito. Il datore di lavoro rimette quindi gli interessi direttamente al dipendente tramite il prestito e / o l’ipoteca riscossi direttamente dal conto del dipendente dall’istituto di credito.
Gli incentivi fiscali a cui poter accedere
Soprattutto in quest’ultimo caso, purché siano soddisfatte determinate condizioni di base, ovvero l’importo del pagamento diretto non rientra nelle capacità del personale, si possono ottenere incentivi fiscali. La caratteristica di questo caso è un particolare tipo di gestione. Secondo questa direzione, i dipendenti possono liberamente stipulare contratti di finanziamento con l’istituto di credito di loro scelta; al contrario, il datore di lavoro non ha raggiunto alcun accordo o accordo con l’istituto di credito di loro scelta . Lo stesso datore di lavoro prevede una certa percentuale per abbassare il tasso di interesse del prestito, che corrisponde direttamente al conto corrente del dipendente, da cui la banca preleva il prestito dai contributi. Tuttavia, questa gestione deve essere certificata in base ai seguenti documenti e la gestione deve essere eseguita in conformità con i passaggi seguenti.
- In primo luogo, i dipendenti che hanno le condizioni per la concessione dei contributi all’azienda devono presentare i requisiti pertinenti e allegare il piano del contratto di finanziamento e il “preventivo di prestito” preparato dall’istituto di credito selezionato, che dovrebbe contenere i dati necessari. Prepara un piano di rimborso.
- Successivamente, la società deve notificare ai dipendenti l’accettazione della richiesta, inviare al mutuatario le informazioni relative alla concessione del contributo, nonché impegnarsi a comunicare le eventuali informazioni che annullano il beneficio. Dopo la sottoscrizione del contratto di finanziamento, il dipendente deve consegnare all’azienda il piano di ammortamento definitivo e il riferimento di conto corrente specificati nel finanziamento erogato al finanziatore nel contratto di addebito a tempo indeterminato.
- L’azienda accrediterà automaticamente la donazione tramite bonifico bancario sul conto corrente del contratto di addebito permanente ove è avvenuto il prestito, e la data di accredito della donazione è coerente con la data di rata del prestito bancario. Piano di ammortamento.
- Infine, il dipendente deve fornire all’azienda un certificato bancario attestante che il mutuo dovrebbe essere rimborsato nell’anno precedente entro il 31 gennaio o la data di cessazione del servizio.
L’Agenzia delle entrate a seguito avrà valutato la gestione specifica e ha concluso che, dato il collegamento diretto e chiaro tra le spese dell’azienda e il pagamento degli interessi, questo non andrà a rientrare nella disponibilità fattuale del dipendente.
La Cessione del Quinto
Che cos’è e come funziona?
La Cessione del quinto (si riferisce ad un quinto dello stipendio o altrimenti anche della pensione) è un prestito erogato in Italia che può essere risolto per trattenuta diretta dallo stipendio (stipendio o pensione) fino ad un massimo di 1/5 appunto dello stipendio accertato. Se sei un dipendente o un pensionato e vuoi richiedere un prestito a tempo indeterminato che viene rimborsato a rate, puoi trasferire un quinto dello stipendio o della pensione. Un prestito semplice e conveniente che può detrarre direttamente fondi dal tuo stipendio per rimborsare il capitale senza alcuna responsabilità per te.
Come funziona?
Allo stesso modo la cessione del quinto è un finanziamento a tasso fisso rimborsabile ratealmente, ma la differenza è che in questa forma di contratto l’ammortamento non è a carico del richiedente ma del datore di lavoro (o dell’ente previdenziale per quanto riguarda i pensionati), il relativo importo viene detratto direttamente dalla busta paga (o pensione) netta.
Pertanto, il datore di lavoro è il capo dell’istituto responsabile del pagamento della rata per pagare il prestito. Tuttavia a differenza del prestito aziendale in questo caso il datore di lavoro non si potrà rifiutare e inoltre non è necessario apportare un motivo. Può anche semplicemente vertere su spese personali.
La fideiussione in un prestito personale
Un ottimo metodo per abbassare i tassi d’interesse
Questo rappresenta l’ultima spiaggia, ossia laddove non si riuscisse ad ottenere un prestito che rientri nelle prime due fattispecie che abbiamo attentamente analizzato sotto molti punti di vista, si potrà richiedere un prestito ad una banca o un istituto finanziario.
Tuttavia in questi due casi il prestito può risultare molto svantaggioso dal punto di vista fiscale ed economico, quindi sarà bene poter trovarsi un fideiussore, ossia un garante terzo che vada ad offrire a garanzia del debito il proprio patrimonio o reddito. E’ una responsabilità molto grande quindi non è facile poter trovare una persona effettiva e in grado di assumere un tale ruolo molto rischioso.
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Le informazioni circa le offerte di prestito sono simulazioni e sono per natura cangianti nel tempo e potrebbero essere passibili di errore, quindi visitate sempre il sito della banca o finanziaria per avere tutte le informazioni aggiornate