Indice dei contenuti
- 1 La cessione del quinto: di cosa si tratta
- 2 Attenzione alle insidie
- 3 Prestiti a dipendenti pubblici e statali: online è meglio
- 4 I prestiti INPS per i dipendenti pubblici o statali
Per i dipendenti pubblici e statali non è eccessivamente complicato ottenere un prestito. Anzi, è esattamente il contrario: è sin troppo facile ottenerlo. E proprio questa particolarità dovrebbe far scattare un vero e proprio campanello d’allarme negli interessati.
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Se è vero, infatti, che i dipendenti pubblici e statali sono in grado di relazionarsi facilmente con il sistema creditizio, va anche sottolineato come non pochi di essi siano tra coloro che di anno in anno si trovano costretti a fare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario. Ovvero all’organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie nato per iniziativa della Banca d’Italia.
Basti pensare che le ultime statistiche al proposito, quelle relative al 2019, indicano in quasi la metà del totale i ricorsi in tema di estinzione anticipata dei finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Ovvero proprio la formula cui ricorrono i dipendenti pubblici e statali quando decidono di chiedere un prestito.
Un dato tale da far comprendere come prima di firmare un contratto per la cessione del quinto, di stipendio o di pensione, sia il caso di informarsi al meglio su una formula che, ormai da tempo, è sotto il tiro incrociato degli esperti.
La cessione del quinto: di cosa si tratta
Per cessione del quinto, di stipendio o di pensione, si intende la formula creditizia che prevede piani di rientro imperniati sulla busta paga o sul trattamento pensionistico del richiedente. Proprio su di essi, infatti, l’ente erogante può operare una trattenuta automatica con la quale viene ricoperta la rata mensile concordata in sede contrattuale.
Ne consegue che il discorso dei requisiti, necessario per altre forme di prestito, in questo caso non ha motivo di sussistere. La capacità reddituale è soddisfatta in partenza dalla presenza dell’emolumento mensile, mentre il merito creditizio diventa un dato secondario. La vera chiave di volta per poter ottenere un prestito di questo genere è rappresentato eventualmente dal rapporto di lavoro. Che deve essere a tempo indeterminato.
Nel caso del dipendente pubblico o statale, peraltro, sussiste un ulteriore vantaggio rispetto ad esempio a quello del settore privato. Nel secondo caso, infatti, non esiste la tutela esercitata dall’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Ovvero quello che prevede l’impossibilità di un licenziamento senza giusta causa. Il quale è invece possibile per un dipendente privato.
Questa particolarità, introdotta dal Jobs Act, spiega in maniera esaustiva il motivo che spinge il sistema creditizio a spianare il classico tappeto rosso di fronte ai dipendenti statali e pubblici. Chi meglio di loro può rappresentare la clientela ideale?
Attenzione alle insidie
Quando si parla di cessione del quinto, occorre fare molta attenzione. In apparenza sembra una formula favorevole per chi è alla ricerca di un prestito. Le procedure per l’approvazione sono molto rapide e in molti casi non è neanche richiesta la motivazione per la concessione del finanziamento. Nella realtà, però, non è così, anzi.
Il primo fattore da tenere in considerazione, quando si parla di prestiti, è la loro effettiva convenienza. La quale, molto spessa, va a dipendere in ultima analisi dalle necessità del richiedente. Se questi non è un cliente ideale per il sistema creditizio, le condizioni che si vedrà applicare saranno molto pesanti. Al contrario di quanto dovrebbe accadere nel caso di chi ha uno stipendio fisso e può dare garanzie in tema di rientro della cifra prestata.
Con la cessione del quinto, si verifica invece un vero e proprio corto circuito. I tassi di interesse non solo sono molto alti, se relazionati ad esempio ai prestiti personali, ma vanno a mixarsi alle spese accessorie e all’assicurazione caso morte o perdita del lavoro. Dando infine vita ad un conto molto salato.
Per cercare di nascondere la realtà, le finanziarie che erogano prestiti ai dipendenti pubblici e statali cercano di nascondere un indicatore fondamentale. Stiamo parlando del TAEG, acronimo di Tasso Annuo Effettivo Globale. Ovvero l’indice che tiene conto di tutti i costi connessi al finanziamento, a differenza del TAN (Tasso Annuo Nominale). Tanto da aver provocato l’intervento della Banca d’Italia.
Prestiti a dipendenti pubblici e statali: online è meglio
Come abbiamo visto, quindi, occorre fare molta attenzione quando ci si mette alla ricerca di un prestito. Anche se si è dipendenti pubblici o statali. In quanto le aziende del settore creditizio sono solite mettere in pratica una serie di comportamenti tesi a spostare tutta la convenienza dell’operazione dalla loro parte.
Il modo migliore per individuare le soluzioni migliori, è ormai da tempo considerato l’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dal web. I prestiti online, in effetti, si stanno sempre più affermando, facendo leva su alcune caratteristiche ben precise:
- la velocità delle procedure, tali da dare vita a veri e propri prestiti rapidi, con l’eliminazione di una serie di fastidiosi passaggi intermedi i quali hanno l’unica funzione di dilatare i tempi della trattativa tra le parti;
- la convenienza dei piani di rientro proposti. L’utilizzo dei mezzi informatici e l’eliminazione di spese di personale e strutture, permettono in pratica alle finanziarie online di dare vita a prodotti estremamente concorrenziali;
- la trasparenza delle soluzioni proposte, tali da spiccare se raffrontate alle pratiche opache tipiche del credito tradizionale.
Una serie di caratteristiche la quale ha spinto ormai da tempo molte persone a rivolgersi alle aziende più note che operano online, come è del resto testimoniato dalle statistiche al riguardo.
Basta in effetti mettersi di fronte al proprio personal computer, senza alcuna necessità di perdere tempo a cercare una filiale territoriale, per mettersi in contatto con la controparte e attivare una procedura estremamente rapida. In caso di felice esito della trattativa, la cifra richiesta viene versata sul conto bancario indicato in un arco temporale compreso tra le 12 e le 24 ore.
I prestiti INPS per i dipendenti pubblici o statali
Oltre alle aziende private, anche l’INPS eroga prestiti ai pensionati pubblici o statali, con la formula del quinto di stipendio. Una funzione che l’istituto svolge ormai dal 2011 in sostituzione del soppresso INPDAP, dopo l’approvazione del decreto Salva Italia da parte del governo Monti.
I prestiti dell’ente possono essere dispensati in via diretta, oppure rivolgendosi alle aziende del settore che stipulano una convenzione al proposito. Tra le due soluzioni è naturalmente preferibile la prima, per un ovvio motivo: i prestiti convenzionti sono resi meno convenienti dal premio spettante alla finanziaria.
Va comunque sottolineato come ancora oggi i prestiti INPS godano di notevole gradimento presso gli interessati. I tassi di interesse praticati, in effetti, sono più favorevoli di quelli utilizzati dalle finanziarie convenzionate. Traducendosi di conseguenza in piani di rientro più leggeri.
Per il resto, i prestiti INPS sono in linea con il discorso che abbiamo fatto in relazione al quinto di stipendio. Si tratta di una soluzione da valutare con una certa attenzione, in quanto per chi è in possesso di una busta paga sul mercato è possibile individuare soluzione alternative le quali possono risultare più convenienti. Ad esempio i prestiti personali, i quali comportano un costo più contenuto.
L’unico inconveniente, nel caso si fosse intenzionati a sfruttare questa seconda opportunità, può semmai essere uno storico creditizio non proprio immacolato. Il quale può comunque essere facilmente superato presentando una terza figura disposta a fare da garante. Ovvero ad accollarsi il pagamento del debito nel caso in cui il richiedente non fosse, per qualche motivo, in grado di assolvere all’obbligo assunto verso la finanziaria.
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